Torna domenica 15 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti, giunta quest’anno alla XXXVI edizione. La Giornata è una domenica di sensibilizzazione che richiama l’attenzione sulla missione dei sacerdoti, sulla loro opera e sulle offerte che sono dedicate al loro sostentamento.

Tra i 32mila preti diocesani italiani figura Don Carmelo Rizzo, in prima linea nell’accoglienza dei migranti a Lampedusa di cui è parroco. “Sono originario di Favara e mi sono diplomato all’istituto alberghiero – racconta il sacerdote a Giovanni Panozzo nel video “Il sorriso di don Carmelo” – Fino a 26 anni ho fatto il cuoco, prima del mio ingresso in seminario. In realtà all’inizio del mio percorso di fede c’è stata una specie di sfida che avevo lanciato a Dio. A vent’anni non avevo, con Lui, un rapporto molto profondo; mi trovavo a lavorare nei giorni in cui i miei coetanei si divertivano. Un sabato sera gli dissi: ‘Se esisti, devi farmi trovare un lavoro in cui il week end sia libero’. Incredibilmente, pochi giorni dopo mi proposero di lavorare per una mensa di operai, dal lunedì al venerdì. Rimasi scosso e cominciai a frequentare la parrocchia, visto che ora nel fine settimana potevo. Da lì cominciò anche un percorso col mio padre spirituale, che alla fine, nel 2010, mi ha portato ad essere prete”.

Inviato tre anni fa sull’isola da mons. Alessandro Damiano, l’arcivescovo di Agrigento, don Carmelo, 47 anni, è un punto di riferimento essenziale per la comunità. “Lampedusa era famosa per il fenomeno dell’accoglienza dei migranti – prosegue don Carmelo – Io c’ero stato solo di passaggio e ho accolto con entusiasmo, evangelicamente, l’invito del mio vescovo a venire a fare il parroco qui”.

Oggi don Carmelo è a in prima linea in un’isola, colpita sempre più dal fenomeno degli sbarchi di migranti, ma che ha sempre fornito una risposta encomiabile. “Dinanzi alle persone in difficoltà che vedono arrivare – afferma don Carmelo – gli isolani si sono sempre messi a disposizione, per ogni esigenza.”

A Lampedusa la parrocchia è fondamentale. Qui la comunità cristiana ha un ruolo insostituibile nel tessuto sociale e la presenza del parroco si rivela strategica per affrontare sia le emergenze estive sia i lunghi inverni.

“Il sorriso di don Carmelo è contagioso – sottolinea Carmela, catechista – Ne abbiamo bisogno e ci fa rianimare, quando siamo tristi”. “Mi aiuta tanto, mi fa riflettere e soprattutto mi fa studiare –aggiunge il giovane Manuel, uno dei ministranti -. È come un papà e gli voglio un mondo di bene. È un parroco fantastico”.

Don Carmelo minimizza ma sa bene che le piccole attenzioni fanno la differenza. “Il mio parroco – ricorda – era un uomo disponibile e alla mano. Da lui ho imparato che i gesti semplici, i sorrisi, gli incontri, le strette di mano, fanno tanto. A volte, invece, come dice Papa Francesco, ci si chiude nelle sacrestie e ci si ammala”.

Uno scenario che di certo non riguarda Lampedusa alle prese quotidianamente con un’umanità afflitta da carichi di sofferenza, spesso difficili anche solo da immaginare.

“Ti colpiscono i loro sguardi – conclude don Carmelo – anche perché spesso durante la traversata hanno visto in faccia la morte o hanno perso, in mare, parenti o compagni di viaggio. Ti rendi conto che anche una semplice carezza, o chiedere il loro nome, può fare la differenza per farli sentire persone, e non numeri.”

In una sala parto improvvisata, a luglio del 2021 è nata Maria, da una donna giunta all’ottavo mese di gravidanza. Da alcune decine di anni non nasceva un bambino sull’isola, perché le lampedusane partoriscono nelle strutture siciliane, più sicure in caso di emergenza e difficoltà.

Maria oggi ha quasi tre anni e ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Alla piccola, battezzata recentemente proprio nella parrocchia di don Carmelo, è stato intitolato anche il parco giochi inaugurato in via Roma. Quando la bimba è nata don Rizzo era appena arrivato in parrocchia; sarà una coincidenza ma il suo ministero sull’isola è iniziato nel segno della vita.

Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento. Nonostante siano state istituite 40 anni fa, a seguito della revisione concordataria le offerte deducibili costituiscono un argomento ancora poco compreso dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno.