A chi saranno assegnati i locali di via Allende. Alla scuola Giovanni Verga oppure alla Mario Rapisardi? Un interrogativo questo che a distanza di settimane non si riesce a risolvere anzi a Canicattì alimenta il dibattito politico tra maggioranza ed opposizione e di cui si è discusso anche nell’ultima seduta del consiglio comunale anche se per qualche inquilino dell’assemblea cittadina potrebbe profilarsi un conflitto d’interesse. L’unico dato certo al momento è quello che sia la Verga che la Rapisardi rivendicano quei locali di via Allende realizzati tanti anni fa per ospitare la nuova scuola Verga, poi rifiutati dall’ex preside Palermo che allora non li ritenne idonei ad ospitare l’intero istituto. La Verga in via Allende vorrebbe trasferire gli studenti che durante il periodo dell’emergenza Covid vennero dirottati al Crispi di Borgalino. Aule che vennero concesse momentaneamente dalla scuola Gangitano. La Rapisardi, invece, vorrebbe trasferire gli alunni che prima della chiusura per la presenza di cemento depotenziato frequentavano lo storico plesso di via Rosolino Pilo i cui lavori di ripristino ad oggi non sono stati conclusi. Anzi per quella scuola adesso servono altri 400 mila euro perché vandali e ladri hanno distrutto oppure portato via di tutto avendo facile accesso all’interno. In questi anni la struttura di via Allende ha ospitato alcuni uffici del comune di Canicattì. Poi venne concessa alla Rapisardi che all’interno ha lasciato le librerie, le lime, il materiale informatico e gli arredi. Locali di via Allende che poi sono stati rifiutati dall’Asp per trasferirci alcuni servizi del Poliambulatorio di via Pietro Micca oggetto di interventi di ristrutturazione. Ed a tal proposito bisogna sottolineare che il consultorio familiare momentaneamente è stato trasferito nella vicina Castrofilippo. Questo certamente creerà disagi agli utenti, soprattutto quelli che non sono in possesso di un mezzo proprio di locomozione. Infatti, i collegamenti pubblici tra Canicattì e un paesino di circa 2500 anime sono davvero pochi.
Carmelo Vella