In un recente intervento sullo scempio della Villa del Sole Giuseppe Di Rosa, presidente del Codacons, ha invitato il consiglio comunale a rivedere i confini della Valle dei Templi, in modo da sanare le costruzioni abusive costruite negli anni ’70 e ’80 del novecento.
Non si capisce il nesso tra la distruzione della Villa del Sole e la proposta di restringimento della zona archeologica, rileviamo, comunque, che la proposta non è nuova e lo stesso Di Rosa l’aveva già presentata, con altri consiglieri, nel 2013.
È un invito inammissibile, perché il consiglio comunale non alcun potere di intervento sui confini della zona “A”, definiti con legge nazionale (il famoso decreto Gui-Mancini emanato subito dopo la frana del ’66) ma si inquadra bene in un contesto regionale in cui la destra si distingue per un attacco spregiudicato ai vincoli che tutelano il nostro territorio. Si ricorda la recente proposta di innalzamento della cubatura del 30% nelle ristrutturazioni dei centri storici – per ora ritirata, dopo le vigorose proteste dell’opposizione; oppure il tentativo di sanatoria, ripetutamente presentato, per le costruzioni abusive edificate nella fascia di rispetto costiero.
In piccolo, ad Agrigento, rileva l’approvazione da parte della giunta – saltando la verifica del consiglio comunale – delle prescrizioni esecutive che porteranno alla cementificazione delle zone libere di Cannatello e Zingarello.
La cementificazione, le sanatorie edilizie, la mortificazione del territorio sono delle costanti nella politica di destra ed oggi ritornano all’ordine del giorno con evidenti finalità elettorali.
A poche settimane dalla data in cui Agrigento assumerà il titolo di capitale della cultura, con un progetto che fa della tutela dell’ambiente e della sostenibilità l’architrave della proposta vincente, risulta decisamente blasfemo (esponendo la città al ridicolo) il tentativo di mettere in discussione l’integrità di quel bene che è stato il motivo principale del riconoscimento alla città.
A queste tendenze distruttive ci opponiamo fermamente, ribadendo l’intangibilità dei confini della Valle dei Templi.

Il circolo cittadino