Un fotomontaggio con Totò Cuffaro nella veste di don Camillo e il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, in quella di Peppone. Sono i manifesti apparsi questa mattina nel Comune dell’Agrigentino. A dare la notizia è lo stesso Palumbo con un post pubblicato su Facebook. “Guardando i fotomontaggi che sono apparsi questa mattina in città direi – commenta – che tra il vestito da prete e quello da Peppone non posso che preferire il secondo, non fosse altro per una questione di origine politica”.

Accuse di “inciucio” e attacchi personali
Palumbo aggiunge: “In campagna elettorale i manifesti contro di me erano anonimi. Questi invece pare avrebbero autori molto ben individuabili, e del resto non c’era dubbio che fosse così: ognuno parla con il linguaggio che gli è proprio. C’è chi può permettersi di parlare con i fatti e a volto aperto e chi ha bisogno di queste cose”.

La replica di Palumbo alle accuse
“Quindi, secondo la loro visione – aggiunge il sindaco di Favara – , se i consiglieri Dc in Consiglio comunale non assecondano il progetto di demolizione della mia persona condotto anche a scapito della città con ogni mezzo a disposizione, lo fanno per colpa di un “inciucio”, che però non esiste.

Solidarietà al leader della DC
Prendiamo atto che è questo il rispetto che hanno alcuni consiglieri per le persone e per la politica, ma anche per la loro stessa area di centrodestra, visto che a essere sbeffeggiato non sono solo io, ma anche il segretario della Dc Cuffaro, che era loro alleato alle elezioni. Chissà se la segreteria cittadina del partito esprimerà solidarietà al proprio leader”. Palumbo, nel suo lungo post, aggiunge: “Speriamo che l’impegno profuso in questa bravata non abbia tolto troppe energie agli autori dell’opera d’arte, visto che il bilancio 2024, che ci permetterà di stabilizzare il personale precario, andrà portato in aula con urgenza.

La sfida finale del sindaco
Torno a invitare i consiglieri che fingono di essere ‘’duri e puri’ a sfiduciarmi, se non hanno paura di perdere qualche prezioso gettone, e di tornare al voto. La città – conclude -, sono sicuro, li premierà per il loro straordinario apporto di questi anni. No?”.