“L’incremento del Pil dell’1%, superiore sia alla media nazionale che a quella del Mezzogiorno, è un segnale fondamentale per l’economica della Sicilia”. Lo dice il segretario regionale della Sicilia e vice presidente nazionale di Conflavoro, Giuseppe Pullara, che rilancia l’importanza delle piccole e medie imprese. “Sono loro a creare lavoro e benessere – dice -. Il dato conferma la forza e la competitività delle nostre imprese, che vanno avanti con tenacia, passione, lungimiranza”.

Secondo l’indagine di Bankitalia, il Pil a livello nazionale è cresciuto dello 0,8%. L’attività delle imprese delle costruzioni è aumentata, sostenuta dalla realizzazione delle opere pubbliche. L’andamento del terziario si è mantenuto positivo. Nel complesso le aziende con fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che ne hanno subito una riduzione e la redditività è rimasta positiva per la maggior parte delle imprese. “Nel settore delle costruzioni, le opere pubbliche stanno fungendo da motore trainante – sottolineano da Conflavoro -, mentre il terziario e il turismo continuano a essere settori strategici per l’occupazione e il reddito dei siciliani, grazie in particolare al costante incremento delle presenze straniere”. Anche sul fronte dell’occupazione, la Sicilia cresce a ritmi più elevati rispetto al resto del Paese. Il tasso di crescita dell’occupazione nell’Isola è stato del 4,3%, a fronte del 2,5% nel Mezzogiorno e dell’1,5% su scala nazionale. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione è sceso al 14,1%, “un dato positivo ma che resta superiore alla media del Sud (13,3%) e quasi il doppio rispetto alla media nazionale (7,2%)”.

“Le nostre imprese – dice Pullara, condividendo le parole del presidente nazionale di Conflavoro, Roberto Capobianco – hanno bisogno di un piano strutturale di risorse da investire, recuperabili indirettamente tramite il taglio del costo del lavoro lato azienda, che può e deve coesistere con quello previsto per il cuneo dei lavoratori. Non possiamo sperare che, da sole, possano per sempre prendere in mano il Paese. Ognuno deve essere pronto a fare la propria parte”. Conflavoro ritiene, in prospettiva di lungo periodo, che vadano programmate “azioni mirate alla riduzione strutturale della pressione fiscale sui fattori produttivi, alla riqualificazione della spesa pubblica e al sostegno della domanda per investimenti”.