Ancora un’altra, l’ennesima, aggressione all’interno del carcere “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento. Un detenuto appartenente al circuito di alta sicurezza – per ragioni ignote – ha colpito al volto con pugni un assistente capo della polizia penitenziaria. All’agente, costretto a ricorrere alle cure del locale pronto soccorso, è stata diagnosticata una prognosi di sei giorni.
Il sindacato U.S.P.P. Agrigento è intervenuto sulla vicenda denunciando una situazione – quella all’interno del carcere Petrusa – davvero drammatica. “Siamo stanchi di subire l’inefficienza del sistema penitenziario e, più largamente, della Giustizia, di questa Giustizia nostrana spesso lenta e poco efficace quando deve occuparsi di alcuni comportamenti oltraggiosi a danno della forza pubblica. Poco incisive infatti sembrano le sanzioni in vigore per chi aggredisce, offende o minaccia un appartenente alle forze di Polizia, peraltro non sempre applicate. Sembra ormai chiaro che non basta lasciarsi andare a soliloqui spesso – ahinoi anche noiosi – dettati anche da contorni politici, a cui oggi più che mai è difficile credere.
Il sindacato prosegue: “Serve adottare provvedimenti significativi che non prevedano sconti per nessuno, non si comprende il motivo per il quale il riottoso non sia stata applicata la circolare che prevede il trasferimento del ristretto fuori del distretto siciliano per le molteplici aggressioni perpetrate nei confronti del personale. Gravissima “l’inerzia” mostrata dall’Amministrazione regionale dinanzi il grido di aiuto che si ostina a mantenere detenuti all’interno di una struttura penitenziaria che non ha spazi sufficienti per ospitare detenuti che non osservano le regole intramurarie, rendendo l’ambiente di lavoro impossibile per tutti: evidentemente dalle poltrone degli uffici non riescono a percepire la condizione e l’effettivo disagio di chi questa deriva securitaria la subisce.”
L’Uspp di Agrigento conclude: “Alla segreteria nazionale USPP l’invito, nell’attesa che giungono notizie rassicuranti riguardo alla condizione del collega vittima della vile aggressione, affinché con ogni mezzo utile a disposizione dell’Organizzazione si possa far fronte alle legittime lagnanze del personale di Polizia Penitenziaria di Agrigento, sempre più esposto a fattori di stress e privi di una linea di comando (mancano Ispettori e Sovrintendenti) che possa dare coraggio ad affrontare tale congiuntura negativa mai vissuta prima. Si esprime solidarietà e vicinanza all’Assistente Capo Coord. affinché questa inqualificabile esperienza lavorativa, attraverso adeguato supporto psicologico offerto dalla Direzione, possa essere dimenticata prima possibile.”