Il sostituto procuratore Gaspare Bentivegna ha avanzato, al termine della requisitoria, una richiesta di condanna a dieci anni e quattro mesi nei confronti dell commerciante agrigentino che la notte del 25 agosto scorso sparò all’addome di un ventitreenne al culmine di una lite avvenuta nel centro di Joppolo Giancaxio. Il procedimento è in corso davanti il giudice per l’udienza preliminare Micaela Raimondo. Russo, difeso dall’avvocato Santo Lucia, è accusato di tentato omicidio, ricettazione, detenzione e porto in luogo pubblico di un’arma clandestina. La vittima del tentato omicidio si è costituita parte civile tramite l’avvocato Gianluca Sprio.
I fatti risalgono al 25 agosto scorso quando – durante una lite – il commerciante esplose un colpo di pistola calibro 44 all’indirizzodi un 23 anni. La vittima, colpita sotto la clavicola, subì una grave lesione al midollo spinale e anche ad un polmone. All’origine della zuffa, ricostruita anche grazie alla testimonianza dello stesso gruppo di amici, ci sarebbe stata la sottrazione-danneggiamento di un telefono di un cugino disabile . Quest’ultimo, dopo essersi armato, ha sparato al rivale per poi allontanarsi e trovare rifugio in una casa di campagna.
L’arma, con matricola abrasa, è stata gettata in un campo. È stato lo stesso fermato dai carabinieri in auto lungo la strada provinciale 18, a far rinvenire la pistola e i vestiti indossati quella notte. Il commerciante, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, ha sempre negato di voler uccidere il ventitreenne. Nell’interrogatorio di garanzia dichiarò di aver sparato soltanto uno dei due colpi in canna e soltanto dopo esser stato colpito alla testa e aver perso gli occhiali da vista. Si torna in aula il 22 gennaio per l’arringa della difesa.