La procura generale di Palermo ha chiesto la conferma della condanna a 14 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di Luigi Lalomia, 79 anni, di Canicattì, per la morte del meccanico sessantenne nonché suo futuro consuocero. Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di Lalomia e la figlia della vittima. All’imputato, difeso dall’avvocato Calogero Meli, venivano contestati i reati di omicidio volontario e tentato omicidio della nuora ma in primo grado è stato riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale nei confronti del consuocero e lesioni personali gravi ai danni della ragazza.

Il processo è in corso davanti la seconda sezione penale della Corte di assise di Appello di Palermo. Il 5 febbraio, dopo l’arringa difensiva ed eventuale replica, ci sarà la sentenza.