Il catanese Pietro Nicastro è stato confermato alla guida della Fim Cisl Sicilia. L’elezione è avvenuta al termine del 12° congresso della federazione regionale dei lavoratori metalmeccanici, tenutosi a Catania. Con lui, confermata anche la segreteria uscente, composta dal palermitano Antonino Nobile e dal gelese Angelo Sardella.

Presenti Giovanna Petrasso, segretaria Fim Cisl nazionale, e Leonardo La Piana, segretario generale della Cisl siciliana. Intervenuto anche Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania. A loro si sono aggiunti i saluti dei segretari generali delle Cisl delle varie province siciliane impegnati nelle fasi congressuali dei propri territori.

Al centro del dibattito , i temi toccati dalla relazione del segretario Nicastro: dalle strategie e le azioni concrete a tutela del lavoro e dei lavoratori alla transizione green, dall’energia alla sicurezza. E poi i temi nazionali, dalla partecipazione alle aziende al confronto con Federmeccanica sul contratto nazionale.

Subito largo spazio alla partecipazione, grazie alla recente approvazione alla Camera della proposta di legge presentata dalla Cisl, passo significativo verso l’attuazione del principio di collaborazione tra lavoratori e imprese e, per Nicastro, «chiave per un sindacato forte e rappresentativo, capace di affrontare le sfide del presente».

«Molte aziende stanno adottando oggi un modello più informale e collaborativo – ha ricordato il segretario della Fim siciliana – riconoscendo l’importanza del benessere psicologico e della soddisfazione lavorativa».

A Catania, un esempio virtuoso di come i lavoratori vivono bene il proprio lavoro, c’è già, come testimoniato dall’intervento di Valeria Cerami, responsabile delle risorse umane della Halley Sud, impresa che si occupa di digitalizzazione e informatizzazione per la pubblica amministrazione. L’azienda, che impiega 48 dipendenti, ha ottenuto dalla società di ricerca e consulenza organizzativa Great Place to work l’importante riconoscimento come secondo miglior ambiente di lavoro del Sud Italia per l’anno 2024.

Accanto alle numerose crisi del comparto industriale siciliano, preoccupa la fase che sta vivendo la StMicroelectronics, il colosso dei semiconduttori che solo a Catania impiega circa 5000 dipendenti, di cui la metà andrà in cassa integrazione a zero ore. Un tema su cui irrompono anche le tensioni internazionali, con i timori per le politiche commerciali statunitensi.

«I dazi minacciati possono penalizzare le esportazioni di StM – ha avvertito Nicastro – ecco perché per la Fim è importante avere certezze sui piani industriali aziendali e avviare un tavolo di confronto con le istituzioni. Ma anche le piccole e medie imprese, che sono spesso il motore dell’occupazione, possono trovarsi a fronteggiare costi più elevati e una domanda ridotta, portando a tagli di personale e investimenti».

Uno dei temi centrali del momento è l’energia. «I costi energetici in Sicilia impattano fortemente sul tema occupazionale, anche per i metalmeccanici, nei distretti petrolchimici nei territori di Gela, Milazzo, Ragusa, Augusta e Priolo».

«Investire nella transizione verso un’energia pulita – ha ribadito Nicastro – è un’opportunità non solo per proteggere l’ambiente, ma anche per stimolare l’economia e creare posti di lavoro stabili. Deve avvenire però in modo sicuro e inclusivo, garantendo che tutti i lavoratori abbiano la possibilità di adattarsi e prosperare in un nuovo contesto economico».