degli Universitari di Palermo prende una posizione netta contro la nuova riforma del numero
chiuso a Medicina, evidenziando le gravi criticità di un provvedimento che rischia di
peggiorare ulteriormente la situazione dell’accesso all’istruzione universitaria e della
formazione sanitaria.
“Questa riforma viene venduta come l’abolizione del numero chiuso, ma in realtà si tratta
solo di un cambio di metodo che lascia in piedi le stesse barriere – spiega Giovanna Billitteri,
coordinatrice di UDU Palermo –
. Il nuovo sistema prevede uno sbarramento al secondo
semestre, basato su criteri poco chiari e potenzialmente irraggiungibili. Il risultato? Studenti
illusi di poter accedere liberamente, per poi essere scartati dopo mesi di studio e sacrifici.
”
Il problema principale, secondo il Sindacato, resta l’assenza di un piano di investimenti
adeguato per rendere davvero accessibile il corso di laurea in Medicina. Le università
italiane soffrono già per la carenza di spazi, laboratori e personale. Aprire
indiscriminatamente le iscrizioni senza potenziare le infrastrutture significa solo aumentare il
sovraffollamento e peggiorare la qualità della didattica.
Tra gli obiettivi dichiarati della riforma c’è la volontà di contrastare il mercato dei corsi privati
di preparazione al test di ingresso.
“Eliminare il test non elimina il problema – continua il
delegato al numero chiuso dell’UDU Palermo, Francesco Amante –
. Il vero nodo è che il
sistema rimane selettivo: chi non ha accesso a strumenti e risorse adeguate sarà comunque
svantaggiato, che ci sia o meno un test d’ingresso. Senza un serio piano di supporto per chi
proviene da contesti economicamente più fragili, la disuguaglianza nell’accesso alla facoltà
di Medicina resterà un problema enorme.
”
Anche ipotizzando un accesso più ampio alla laurea in Medicina, resta irrisolto il vero
problema: l’imbuto formativo. Il vero limite non è solo il numero chiuso, ma la carenza di
posti nelle scuole di specializzazione. Si continua a ignorare il fatto che il sistema sanitario
non offre abbastanza borse di specializzazione per tutti i laureati. Così, aumentare gli iscritti
a Medicina senza potenziare il percorso post-laurea significa solo creare più giovani laureati
senza sbocchi professionali.
Un altro punto critico riguarda i poli universitari decentrati, come quello di Caltanissetta. Chi
studia in questi atenei ha già oggi aule insufficienti, laboratori inadeguati, difficoltà nei
trasporti e nell’accesso ai servizi universitari essenziali. Come si pensa di aumentare gli
iscritti senza potenziare queste strutture? Il rischio è creare università di serie A e di serie B,
aumentando le disuguaglianze tra gli studenti.
“Questa riforma non è un passo avanti verso l’abolizione del numero chiuso, ma solo una
manovra politica che ignora le reali esigenze dell’università e della sanità.
– conclude il
coordinamento di medicina Manfredi Mezzatesta –
. Noi chiediamo una riforma vera, basata
su investimenti concreti: più spazi, più docenti, più borse per le specializzazioni e un piano
strutturale per garantire il diritto allo studio. Senza queste misure, il sistema rischia il
collasso.
”
L’ UDU Palermo continuerà a mobilitarsi per un sistema universitario più equo e inclusivo, e
invita tutti gli studenti a unirsi alla battaglia per un’istruzione di qualità accessibile a tuttə.