La casa del Postino di Neruda nell’isola di Salina diventata famosa per il film con Massimo Troisi è salva e non dovrà essere demolita. Il relatore giudice del consiglio di giustizia amministrativa Nino Caleca e il presidente Ermanno de Francisco hanno accolto il ricorso straordinario presentato al presidente della Regione dal proprietario Giuseppe Cafarella per chiedere la sospensione del provvedimento del Comune di Malfa he aveva dichiarato in parte il bene abusivo.
A chiedere l’intervento del Comune e dei carabinieri è stata una vicina della villetta che aveva affermato come la casa avrebbe subito in fase di ristrutturazione un ampliamento non autorizzato. Il proprietario ha sempre contestato l’abuso e ha chiesto che la “Casa del Postino” diventasse bene culturale e paesaggistico e di notevole interesse pubblico.
La villetta rifugio nel film del poeta cileno Pablo Neruda perseguitato dal suo paese si trova in località Pollara contrada Punta nel comune di Malfa nell’isola di Salina. Per il proprietario “la casa del Postino rappresenta un patrimonio prezioso da proteggere e conservare, affinché non si perda la sua profonda testimonianza artistica, storica e culturale e questi elementi, uniti alla conservazione originaria della tipica struttura architettonica eoliana, la rendono un vero e proprio unicum simbolo dell’architettura locale, dal momento che la casa, immersa tra ulivi, ibiscus e oleandri, fu costruita secondo i principi dell’architettura eoliana”.
Per il giudice Nino Caleca “oltre che l’interesse artistico, paesaggistico e di notevole interesse pubblico visto che è stato scelto per l’ultimo film interpretato da Massimo Troisi che aveva ottenuto 5 candidature agli Oscar del 1996, di cui una vincente, la casa è stata già iscritta al “Lim – carta dei luoghi dell’identità e della memoria” della Regione Siciliana e che seguito dell’inserimento nell’anno 2000 delle Isole Eolie nella “World Heritage List”, l’assessorato regionale dei beni culturali e ambientali della Regione siciliana hanno assunto precisi impegni nei confronti dell’Unesco poi concretizzatisi con la sottoscrizione del piano di gestione Unesco”.
Nel ricorso è stato stabilito che l’immobile non è abusivo. “Come accertato dall’Ufficio legale e legislativo della Regione Siciliana il Comune, sulla scorta degli accertamenti eseguiti, ha escluso la regolarità di un immobile che, tuttavia, allo stato è formalmente assistito dai titoli edilizi per esso in precedenza rilasciati, non essendo stato contestato al ricorrente alcun intervento ampliativo in difformità ad essi – aggiunge il giudice – Dallo stesso atto impugnato si evince che l’ampliamento abusivo che renderebbe irregolare l’immobile è stato eseguito “tra il 1967 e il 1982” ma – come evidenziato dal ricorrente senza smentita da parte del Comune – l’elaborato “stato attuale” del progetto, allegato alla concessione del 1985, riporta dimensioni del fabbricato corrispondenti alle dimensioni attuali dell’edificio e, a seguito dei numerosi sopralluoghi eseguiti, non sono state riscontrate opere abusive, se non quelle regolarizzate nel 2021”.